Pioniere della danza moderna che si affidarono allo stile orientale
Loie Fuller, Isadora Duncan, Ruth St. Denis, furono tutte danzatrici che ispirandosi ai movimenti orientali, si distinsero come stili rispetto alla usuale forma accademica del classico.
La danza del ventre, pur essendo vista come qualcosa di esotico ed altamente scabroso, venne assorbita in parte anche dai danzatori classici che volevano in qualche modo distaccarsi ed uscire al di fuori della cornice del balletto, soprattutto per quanto riguardava linee, forme e movimento.
Fu proprio l’influenza della danza orientale per antonomasia a fare in modo di iniziare la ricerca di stili come quello della danza moderna, di cui facevano parte le artiste sopra riportate.
Ai suoi primordi, la danza orientale accomunò la donna ad una figura di femme fatale, questo poiché il pubblico era completamente deviato sotto l’aspetto del linguaggio corporeo e del relativo significato che questa danza portava dentro di sé.
La donna danzatrice del ventre veniva perciò vista come tentatrice, come modello femminile alquanto contraddittorio con la delicatezza e la femminilità; essa era accomunata a personaggi teatrali di stampo lussurioso, spiccanti esclusivamente di sensualità fine a se stessa.
Questo fece sì che sia la danza del ventre che le relative origini dello strumento del suo velo, vennero distorte nelle loro intenzioni di comunicazione.
Fortunatamente però, anche se in maniera distorta e traviata, la bellydance approda verso la fine del 1800 negli States, ed è proprio da qui che essa, grazie al suo innovativo e mai visto prima approccio ritmico musicale e della sua varietà dei movimenti, inizia nel suo lungo pellegrinaggio e percorso di influenza Globale.
Essa alimentò uno dei più grandi movimenti artistici del XX secolo, per l’appunto, la danza moderna, la quale vide tramite i suoi pionieri, continui richiami e ispirazioni nello stile Orientale della bellydance.
In particolare Ruth St. Denis fu una danzatrice e coreografa eccezionale di danza moderna che si ispirò moltissimo alle vesti e ai temi Orientali.
La storia della bellydance è molto altalenante, quando essa venne introdotta in Occidente, negli u.s.a. non venne sempre seguita, capita, o percepita nell’ambito artistico e culturale, questo perché inizialmente funzionò come una specie di canalizzatore dello stile popolare verso la fine del XIV secolo, per poi subire nuovamente un lento ritorno alle sue radici ed un riscatto del proprio linguaggio artistico, per tutta la durata del XX secolo.
Ancora oggi, dopo più di un secolo, la danza del ventre continua nella sua metamorfosi ed attecchimento radicale a seconda del Paese in cui viene introdotta.
Alcuni popoli sono molto propensi a capirla e a studiarla per mezzo dei veri artisti e delle grandi tracce storiche del passato, altri invece, come accade per lo più nei Paesi maggiormente industrializzati, si accontentano di vederla o impararla in maniera superficiale, senza quasi nemmeno chiedersi il reale motivo della sua esistenza.
Checché se ne dica, la danza del ventre possiede antiche origini e per ogni dettaglio della sua trama della quale è composta, possiede significati sublimi, esoterici, religiosi, legati all’origine dell’essere umano e della musica, celebrativa nei confronti della donna, portatrice del grembo materno come fonte di vita umana e del relativo ventre, messo a protezione di questa porta per il Mondo immateriale.
Studiarne il senso e la storia dovrebbe inoltre essere per ogni donna del pianeta obbligatorio, è da qui che nasce l’emancipazione e l’indipendenza femminile, è da qui che la donna si erge come essere capace di donare la vita.