Rave party e spazi aperti come elementi storici della danza
Nati verso la fine degli anni 80’ tra Gran Bretagna e U.s.a. i Rave Party rappresentano da allora tutta la trasgressione legiferativa basata su chiusura relativa agli orari ed alla somministrazione alcoolica; la caratteristica di un Rave di fatto sta nella sua lunghezza, che solitamente è compresa tra la mezzanotte e dura fino all’alba se non oltre.
In questi eventi è nata la musica techno ed i cosiddetti afterhours, nei quali giovani partecipanti ballano a pieno regime dalla notte sino al mezzogiorno incuranti di ciò che questo possa comportare ai loro fisici ascoltando incessantemente musica altissima e martellante.
Questi grandissimi eventi che riescono a radunare in alcuni casi fino a decine di migliaia di persone, sono un fenomeno distribuito in maniera capillare in tutto il Mondo Occidentale, principalmente in Europa.
Questi Rave Party non sono affatto sponsorizzati, né tanto meno organizzati dai circuiti dedicati ed ufficiali dello spettacolo, si distaccano dalla realtà capitalistica e dell’indottrinamento globalista, uscendo completamente da una parvenza di conformismo e riempiendo in maniera naturale per vie traverse di pubblicità, soprattutto boschi, parchi, edifici abbandonati, capannoni in disuso che si tramutano così in teatri dediti al più sfrenato e libero divertimento senza limiti.
L’ambiente risulta così disinibito che viene come dapprima spiegato protratto sino allo sfinimento delle capacità umane, purtroppo molto spesso in questi ambienti l’euforia dei giovani viene indotta da droghe o stupefacenti di varia natura che aiutano a sbloccare freni inibitori dei ragazzi che spesso, secondo il parere di coloro che li assumono, con la presenza di questi blocchi si andrebbe a sminuire la forza della festa.
Il tutto condito da un audio con un volume anch’esso al limite delle capacità di ascolto umane e da strutture di luci psichedeliche e stroboscopiche; tutta questo mix di fattori rende il soggetto immerso in una dimensione completamente distaccata dalla realtà, amplificandone il coinvolgimento e “spedendo” la persona in una sorta di limbo mistico.
I Rave party a prescindere da tutto questo scenario assieme agli spazi aperti, sono anch’essi da considerare come elementi storici della danza; le estati che hanno presentato opere di grandi coreografi o artisti musicali in grandi spazi non convenzionali, hanno comunque restituito lustro al contatto del ballo con la natura, richiamando le antiche origini del ballo attraverso l’unione e mitologico cerchio magico.
L’arte del ballo, quando si verifica al di fuori dei circuiti convenzionali dediti alle mode o al travisare la realtà per spingere le masse in determinate direzioni, nel corso dei secoli ha fortunatamente mantenuto la sua essenza, tra rito simbolico, una forma di espressione e comunicazione naturali ed un linguaggio onirico molto profondo: un vero e proprio collante per le persone e un metodo, quando svolto in maniera non eccessiva, per la divulgazione di nuove correnti e della cultura sociale dei popoli.