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Danza ed antica Grecia: Ethos e Pathos

Danza ed antica Grecia: Ethos e Pathos

Come per la maggior parte delle antiche danze esistenti sulla Terra, anche quella nata nell’antica Grecia tende ad ispirarsi radicalmente dalla religione, è di fatto da considerarsi come un tipo di attività di origine divina, allacciabile addirittura alle stesse note divinità del Pantheon Greco.

Il fine della danza dell’antica Grecia è oltremodo rapportabile, come obiettivo finale, a quello della danza odierna, cioè il fine educativo della completa armonizzazione della parte fisica con quella spirituale ed artistica.

In questa antica civiltà, la danza occupa un ruolo di estremo rilievo, nella cultura greca infatti, è uno dei fattori su cui ha fondamento l’esperienza umana.

Tutto questo in particolare con le varie divinità religiose e sui rapporti della normalissima vita sociale; la danza era un qualcosa che occorreva ad accomunare tutti, incluso ogni ceto sociale.

La danza nell’antica Grecia consisteva specialmente negli eventi tramite i quali il danzatore, come oggi, si esprimeva attraverso le movenze del proprio corpo, quindi attraverso il movimento che diventa tale, solo se risulta adeguato al mantenimento di un determinato ritmo.

A quei tempi attraverso la manifestazione artistica del ballo greco, si osannavano non solo le divinità ma anche battaglie, i culti mistici, gli eventi sportivi (estremamente importanti per questa cultura) ed i giochi, eventi di processione, ed infine anche il teatro (inteso come recitazione).

Quello Greco è un tipo di folklore che riassume in gran parte, ciò che è già stato prodotto a livello storico nei confronti del ballo rappresentativo, da altre culture.

E’ un sunto perciò di quello che è già esistito nelle antiche tradizioni e culture Afro (dalla quale attinge lo spirito della vivacità dinamica), oppure da quelle dell’estremo Orientale, dai quali derivano le mescolanze col ballo per quanto riguarda la serietà degli argomenti di importanza divina e delle atmosfere di stampo epico.

Persino gli approcci rappresentativi, ricordano molto le schematiche delle culture sopra citate, la fantasia infatti è protagonista in questa antichissima cultura del ballo, tanto da creare tantissime tipologie di situazioni artistiche differenti: danze in maschera, danze animalesche, pantomimiche, danze predisposte per ambo i sessi come in una sfida, in coppia, singoli, danze processuali e così via…

Tramite l’operato di questi diversi dettagli, in Grecia, vanno a crearsi due contrapposti insiemi: uno inerente a quello dello stato pubblico, ed il secondo che sta ad indicare lo stato interiore (da qui: ethos-pathos).

Questi due metodi rappresentativi sono tra loro differenti:

  • Il primo, quello dell’Ethos (esterno: contraddistinto dalle danze Apollinee), è costituito da un tipo di ballo calmo, epico, molto scandito, schematizzato dal tipo di contenuto inerente alla celebrazione (spesso religiosa), spesso susseguita da un moto processionale intervallato da preghiere e canti verso la casa (o tempio greco) della divinità celebrata
  • Il secondo, quello del Pathos (interno: contraddistinto dalle danze Dionisiache), è costituito invece un tipo di danza sfrenata, libera, allegra, spesso scherzosa, giocosa e satirica, opposte al contenuto schematizzato e serio dell’Ethos, si rivelano invece danze dal libero sfogo che si sviluppa su differenti stati d’animo.

Ovviamente per queste ultime, la rappresentazione della danza in tutti i suoi aspetti, è molto più simile alla concezione odierna della stessa.